Il molto facile scrivere l'incipit di una storia, ancor più di una d'amore: due persone, spesso di giovane età, due stili di vita differenti, due mondi apparentemente diversi.
L'incontro, il “gioco delle parti”, la dichiarazione.
Strada in discesa per i novelli scrittori... oppure no?
Strada in discesa per i novelli scrittori... oppure no?
Non se la prendano coloro che, negli ultimi anni, hanno reso tale sentimento a volte infantile, eccessivamente pop e oltremodo edulcorato, molto spesso questi pseudo–narratori sembrano avere poco a che fare con i sussulti del cuore e molto di più con piani aziendali, bilanci trimestrali, obiettivi di produzione... marketing! È per questo che registrano introiti da capogiro e anche pesanti critiche, di cui sembrano curarsi poco. Abitano quel limbo dei “vorrei ma non posso” che non serve a nessuno, se non a produrre altra carta da macero.
È a tal punto che il lettore, sfiduciato dall'acquistare opere di “certi” romanzieri, raccoglie il consiglio di un uomo vissuto secoli fa che amava sentirsi Principe e dopo le quotidiane tribolazioni preferiva ritirarsi, venuta la sera, “nelle antique corti degli antiqui uomini”. In una di queste è possibile trovare un poeta, drammaturgo per meglio dire, che ha reso impetuoso, tragico e immortale il sentimento amoroso.
«Può un'opera teatrale mostrare l'esatta natura e verità dell'amore?» interrogativo posto dalla Gloriana Regina Elisabetta I (in realtà sono parole di Judi Dench nel film Shakespeare in Love). Nella Londra puritana del XVI secolo un forestiero di Stratford-upon-Avon ci riuscì: William Shakespeare, con la tragedia di “Romeo e Giulietta”.
«Può un'opera teatrale mostrare l'esatta natura e verità dell'amore?» interrogativo posto dalla Gloriana Regina Elisabetta I (in realtà sono parole di Judi Dench nel film Shakespeare in Love). Nella Londra puritana del XVI secolo un forestiero di Stratford-upon-Avon ci riuscì: William Shakespeare, con la tragedia di “Romeo e Giulietta”.
Nella splendida Verona, dove l'opera ha luogo, due amanti infelici trovano l'amore nell'odio delle loro famiglie: Montecchi e Capuleti. Il sentimento, ostacolato da un oscuro destino, non si limiterà a privare i due della vita, ma esigerà anche quella del buon Mercuzio e del cugino di Lei, Tebaldo. Straordinario il genio narrativo dell'autore che dalla tragedia fece sorgere, come Venere dalla conchiglia, un inno ed un’icona all'amore tutt'ora insuperato.
Possono i moderni amanti cogliere la potenza di questo racconto antico?
Molti fuggono dalla banalità delle storie mondane, dove veline e calciatori non reggono il confronto con antichi personaggi, sempre più convinti che il vero sentimento si allontana dai frastornamenti della nostra epoca e si avvicina idealmente al tempo di cavalieri e dame, impeto e passione, amore e tragedia!
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