14 maggio 2012

Ho voglia di colorare tutti

Opera della giovane scrittrice adelfiese Apollonia Cascarano, presentata presso l'Auditorium della sua città il 5 Maggio scorso. Un libro che desta sentimenti contrastanti per la sua bellezza e la profonda analisi sulla vita.

di Salvatore Ilacqua e Michele Macchia


Prima opera letteraria di Apollonia Cascarano, “Ho voglia di colorare tutti” (Sampognaro&Pupi edizioni, €12) è una storia brillantemente narrata dalla giovane autrice adelfiese, quasi a comporre una sorta di mosaico. Come dinnanzi ad un'opera d'arte, il lettore riesce a percepire l’unicità con cui si sviluppa il racconto stesso.
Nella fine, il principio: Sofia Tancredi è una trentasettenne che ha appena avuto un terribile incidente stradale. Una vita intensa e burrascosa, segnata dalla bulimia che la tormenta dai suoi 18 anni.
Il coma è l'occasione per un viaggio nei ricordi di tutta la vita. La rimembranza è il fulcro dell'incedere narrativo, alternata tra ricordi personali e storie di personaggi al limite della realtà: Antonio ed Irene, Cristina, Ingrid e tanti altri. Sono le pagine che Sofia ripercorre, attraverso il suo “non volontario” viaggio onirico, i momenti più significativi della propria, intensissima, esistenza. Ecco allora che in ciascuno di essi è riconoscibile un pezzo di Sofia o, meglio ancora, da ciascuno di essi la protagonista prende una piccola parte facendola sua per sempre.
I personaggi che si susseguono, infatti, sono “pezzi” che riaffiorano come improvvisi geyser, nella sua mente: le date che aprono ogni capitolo, senza un preciso ordine cronologico, testimoniano la natura stessa dei ricordi.
Lapalissiane le parole di un breve, ma fondamentale capitolo: “Così da allora quando mi ritrovavo circondata da tutta me stessa come un condannato circondato dalla giuria, non facevo altro che spingermi dentro il mio specchio e cercare di affondare ogni pezzo di pelle dall'altra parte per veder cosa ci fosse... Ad un tratto capii: non ero mai stata sola e quegli specchi erano gli infiniti io che cercavo di riunire”. Lo specchio che riflette diverse immagini può essere considerato, come sottolineato anche da Fabio Piccini in prefazione, una chiave di lettura delle infinite sfaccettature che ha la protagonista e che sono, in fin dei conti, gli infiniti “lati” di ogni essere umano.
Sofia, enigmatica ed allo stesso tempo poetica, sembra seguire l'ancestrale perifrasi di Thoreau, poi ripresa dal famoso film “L'attimo fuggente”, vivendo con saggezza, in profondità e succhiando “tutto il midollo della vita”: la sua è una costante analisi sugli aspetti e significati dell'esperienza terrena.
I cosiddetti “elementi fissi” della storia, quali il rapporto con la madre e con la terra, il sud, si intersecano alla perfezione nel testo ed insieme alla voce narrante, formano una sorta di “trinità” inscindibile, presente in ogni pagina del libro, anche quando apparentemente si parla di altro.
Un libro che fa scaturire nel lettore una riflessione profonda, non solo nella possibilità di riconoscere parti della propria vita in alcune delle pagine, ma nella interessante “chiave di lettura” che l'autrice propone su avvenimenti facilmente riconducibili ad esperienze che ognuno di noi può aver conosciuto e vissuto.
Sono trattati temi di indubbio valore sociale: la droga nel mondo dei giovani, la prostituzione, l'indifferenza e la grettezza riscontrabili, talvolta, nelle piccole comunità: sono temi che difficilmente non lasciano il segno nella sensibilità del lettore.
Sebbene l'atmosfera creata può sembrare in alcuni momenti particolarmente triste e malinconica, è riscontrabile, in realtà, un vero e proprio “soffio di vita” che riesce a far cogliere gli aspetti migliori da ciascuno dei personaggi e degli argomenti trattati: Sofia, in realtà, vorrebbe svegliarsi e tornare a colorare tutti.
Emblematica la domanda che Sofia (o l'autrice?) pone a se stessa: “Quanto spazio potremmo percorrere per arrivare al cuore?”. Pensiamo che questo libro abbia percorso tutto questo spazio e che nel cuore sia rimasto, con tutta la sua poesia e profondità.

Un'opera da consigliare.

Buona lettura a tutti.

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