Dopo dieci anni di preparazione, il tronco ferroviario gestito dalla Sud-Est, Bari - Putignano, fu inaugurato il 23/02/1905, in concomitanza con la prima alluvione di Bari del secolo scorso. Il capostazione era Orazio Pari, all'epoca munito di trombetta e cappello rosso a tubo.
Il piano particolareggiato di esecuzione della ferrovia Bari - Locorotondo, con tronco Mungivacca - Casamassima - Putignano, elaborato dalla “Railways Corporation ltd.” di Londra, reca la data del 05/06/1903. Il titolare della società londinese era il marchese Alfonso Cubba di Livorno.
La Regia Prefettura di Bari, in data 23 luglio dello stesso anno emanò il decreto di occupazione del territorio occorrente per la costruzione della stazione:
“Il Prefetto, VISTA la concessione dello Stato Italiano ed un consorzio formato dalla Provincia di Bari e da diversi comuni interessati e...
VEDUTI i processi verbali stipulati tra i due comuni di Canneto e Montrone ed i circa dieci proprietari per l’accertamento delle indennità di esproprio...
VEDUTO il deposito di £. 7636,77 già eseguito in parti uguali sia dal Comune di Montrone, sia da quello di Canneto,
DECRETA l’occupazione dei beni situati nel territorio di Montrone occorrenti per la costruzione della stazione.”
La stazione era molto piccola in quanto aveva solo il pianoterra. Di fronte c’era il serbatoio dell’acqua, in seguito demolito. In prossimità dei passaggi a livello di via Vittorio Veneto e via Madonna del Principio, ora abbandonati, c’erano i due caselli ferroviari, adibiti ad abitazione per i casellanti. I passaggi a livello consistevano in una catena da agganciare al passaggio del treno. Era addetta a questa operazione la signora Rosalba Milano.
Nel 1931, a fianco della stazione, fu sistemato un giardinetto con uno steccato di recinzione, in seguito rimosso, che costò al Comune di Adelfia £ 500.
Con un ulteriore contributo comunale di 500 lire, circa otto anni dopo fu costruito il marciapiedi sparti-binari lungo 80 metri. La stazione assunse lo sviluppo attuale nel 1941, con la soprelevazione, adibita ad alloggio per il capostazione, la pensilina e i bagni. Quest’ultimo intervento costò al Comune di Adelfia un contributo di 15.000 lire.
Essendo il paese eminentemente agricolo, produttore ed esportatore di mandorle, olio e vino in botticelle, la stazione fu dotata di uno scalo merci, ossia un capannone sopraelevato - non più esistente- posto sul binario morto, dove i prodotti venivano stivati in attesa del carico.
Con la nascita e lo sviluppo dei tendoni di uva da tavola, negli anni '50, lungo il binari morto, verso Sud, si svilupparono diversi stabilimenti (Monteleone, Caringella, ecc) per la selezione e il confezionamento in plateaux dell'uva “Regina”.
Al tramonto, i vagoni fermi lungo il binario morto venivano riempiti di plateaux di uva. Affinché il prodotto arrivasse integro a destinazione, poco prima della partenza, gigantesche stecche di ghiaccio venivano deposte fra un plateaux e l'altro. La sera la locomotiva a vapore trasportava il carico della giornata a Bari.
La rete delle ferrovia Sud-Est fu completata dalla “Società anonima delle Ferrovie Sussidiarie” dopo il fallimento della società di londinese, forse per il costo eccessivo di 10 milioni di lire sopportato per il solo tronco Bari-Locorotondo.
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