16 luglio 2010

Fine dell’amministrazione Nicassio


Adelfia commissariata dal viceprefetto Vittorio Lapolla in attesa delle prossime elezioni amministrative.
11 consiglieri si dimettono provocando il naturale scioglimento del Consiglio Comunale

di Antonella Gatti

Si conclude con un anno d’anticipo il secondo mandato del Sindaco Nicassio e dell’amministrazione di centrodestra, da tempo lacerata da lotte interne di potere che l’hanno sempre resa risicata nei numeri e dunque incapace di svolgere il proprio ruolo.
Messa alla prova sin da subito dal passaggio all’opposizione dei consiglieri Virgilio e Laricchia a partire dal 28 settembre 2007, oltre che da una posizione spesso critica del consigliere Pontrelli (PDL), e sotto scacco degli innumerevoli capricci del consigliere di turno per un posto in giunta di qualche amico o parente, l’Amministrazione Nicassio è stata sostanzialmente tenuta in vita dal consigliere Chiechi che, eletto nelle fila del centrosinistra, nel 2006 era immediatamente salito sul carro dei vincitori.
La situazione precipita nel momento in cui anche Lanera (PDL) decide di prendere le distanze dalla maggioranza e costituire insieme a Pontrelli un gruppo consiliare a parte. I due chiedono l'azzeramento della giunta ed il suo allargamento nel tentativo di ricompattare il centrodestra. La richiesta è considerata dagli stessi come l’unica via possibile per ridare una sorta di agibilità politica alla città, dove – come essi stessi dichiarano – il centrodestra non è più maggioranza.
Messo alle strette da una maggioranza senza numeri e più volte invitato dall’opposizione a prendere consapevolezza del fallimento, il 21 dicembre 2009 Nicassio fa pervenire le sue dimissioni, per poi ritirarle, però, l’8 gennaio 2010.
L’arrivo delle Elezioni Regionali sembra acquietare il tutto, finché, compiutasi la competizione elettorale, Cellino dopo aver azzerato la giunta, la rinomina con la stessa composizione.
Il 12 maggio 2010, i consiglieri Pontrelli e Lanera, firmano le proprie dimissioni insieme ai nove consiglieri d’opposizione, causando lo scioglimento del Consiglio Comunale e dunque la fine dell’amministrazione di centrodestra, per consegnare Adelfia nelle mani del vice prefetto Vittorio Lapolla, nell’attesa delle prossime elezioni.
“Un gesto di responsabilità politica e amministrativa quello effettuato dai nove consiglieri di centrosinistra e da due del Pdl” – commenta il segretario del Pd adelfiese, Francesco Cafarchia.
“Patto scellerato” – urla, invece, Cellino dai palchi, definendo il gesto dei due dissidenti un vero e proprio tradimento politico.
Nel tentativo disperato di bypassare i bilanci e le considerazioni del popolo su questi anni di governo, il decaduto centrodestra cerca di fomentare gli animi dicendo che la gestione commissariale è una spesa che graverà sulle tasche di noi cittadini. In realtà, lo stato dei fatti svincola Adelfia da assessori “ballerini” e inconcludenti cui pagare lo stipendio, liberandola da 9 anni di immobilismo amministrativo e di sperpero di denaro pubblico in contributi a pioggia per manifestazioni spesso inutili.
L’ammissione di un totale fallimento sarebbe cosa forse molto più sensata, soprattutto in considerazione del fatto che questo centrodestra non si è mai distinto per meriti nello sviluppo di possibilità di crescita e miglioramento della qualità della vita economica e sociale del paese. Basta, infatti, provare a riportare indietro la memoria al 2001 e comparare le immagini di Adelfia che ci tornano in mente con quelle che, con uno sguardo anche solo superficiale, si osservano oggi: si può affermare che questo paese abbia fatto qualche passo in avanti grazie agli ex amministratori?
Escludendo l’interramento della ferrovia che il governo regionale ha reso possibile, la fotografia è pressoché la stessa, invecchiata di 9 anni: parchi e ville comunali abbandonati al loro destino, campagne vicine sempre più discariche a cielo aperto, strutture sportive degradate e spesso gestite in modo privatistico, opere inutili e per di più incompiute come le fontane, interventi non funzionali come le piazze mercatali, scelte incomprensibili come il milione di euro da spendere in 18 anni per una caserma che non sarà mai nostra, luoghi che tardano ad essere valorizzati, come la biblioteca comunale che è spesso utilizzata per tutto tranne che per assolvere alla sua funzione originaria e le tante occasioni mancate di sviluppo, come la possibilità di realizzare un nuovo edificio per la scuola superiore, i finanziamenti persi per la realizzazione di nuovi “punti sport” e tanto altro ancora…
La sensazione è che, purtroppo, non solo i “vecchi”, ma anche i cosiddetti “nuovi” protagonisti del centrodestra di questi anni, non solo non avranno il coraggio e la serietà per assumersi la responsabilità della propria disfatta e dei danni procurati al paese, ma neanche la decenza di mettersi da parte.
Senza dubbio, infatti, cercheranno di riaccreditarsi agli occhi della gente come uomini puri, estranei ai giochi di potere, che hanno a cuore solo le sorti di questo paese.
La speranza è che sia invece chiaro che, se Adelfia è rimasta ingovernata così a lungo, la responsabilità è da attribuire, innanzitutto, proprio a costoro.

Nessun commento: