La
Redazione
Una pagina di storia indimenticabile
per l’Italia ed una data, quella del 25
Aprile 1945, scelta simbolicamente quale fine di una Guerra, delle battaglie
di resistenza e dei sanguinosi scontri per la libertà.
Libertà per milioni di
cittadini che accolsero l’armistizio e lo sbarco degli alleati come un segno di
nuova vita e di rifondazione, scendendo in campo contro quella guerra affrontata
ad armi impari dagli italiani dinnanzi alle corazzate inglesi, francesi ed
americane; contro la dittatura fascista, le sue illusioni militari e le
repressioni dei diritti umani.
La Resistenza ebbe inizio in Italia dopo l'8 settembre 1943 con l’armistizio e la nascita del Comitato di Liberazione
Nazionale fondato a Roma il 9 settembre, per terminare nei primi giorni di
maggio del 1945.
Bari e la Puglia furono tra i primi territori a vivere quel periodo. Venti mesi
di dure battaglie e scontri in quasi tutte le città italiane che il tempo non
potrà mai cancellare.
"La libertà è la base di uno stato
democratico" è quanto affermava Aristotele già dal 385 a.C. ed è
doveroso ricordarlo ai giovani di oggi, nipoti di quei giovani soldati,
cittadini italiani, uomini, studenti, giovani, donne e politici, tutti uniti
senza alcuna distinzione e con il sogno di regalare ai propri figli, all’Italia
e agli italiani un nuovo Stato.
Un nuovo Paese basato
sulla democrazia e sul rispetto delle libertà.
Libertà conquistate, pagate con la vita e la sofferenza dei nostri nonni o dei nostri padri, protagonisti di quella Storia le cui vicende, oggi, possono proprio essere ripercorse liberamente e con quell’obiettività appartenente alla storia, senza alcuna enfasi celebrativa, ma con l’onore ed il rispetto dovuto ai combattenti, per liberarli ancora una volta dalla sofferenza e, a volte, persino da quei studiati silenzi che li hanno circondati.
Libertà conquistate, pagate con la vita e la sofferenza dei nostri nonni o dei nostri padri, protagonisti di quella Storia le cui vicende, oggi, possono proprio essere ripercorse liberamente e con quell’obiettività appartenente alla storia, senza alcuna enfasi celebrativa, ma con l’onore ed il rispetto dovuto ai combattenti, per liberarli ancora una volta dalla sofferenza e, a volte, persino da quei studiati silenzi che li hanno circondati.
Per questo, oggi più di ieri
… sessantasette volte grazie!
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