4 marzo 2013

La bufera del 24 e 25 Febbraio risparmia Adelfia

L'analisi del voto locale richiama i partiti ad una riflessione. Il centrosinistra adelfiese rimane saldamente in testa nonostante l'affermazione del Movimento di Grillo
La Redazione




Non deve sorprenderci quello che il popolo italiano ha deciso con il voto del 24 e 25 febbraio. Una dura lezione ad una classe politica che ha scelto di non stare più tra la gente per prestare ascolto ai suoi bisogni e alle difficoltà che in questi anni si sono acuite come mai da decenni a questa parte. Ne sono stati vittime tutti. Un esito che non ha visto vincitori, ma solo vinti oltre l'emersione di un movimento senza ideologia, che non si dice politico, anzi, e il cui collante è il legittimo senso di rabbia della gente contro un sistema che evidentemente ha fallito. Tutti a leccarsi le ferite, dunque, e a cercare di comprendere quali siano gli errori commessi e come correggerli.

L'analisi è necessaria per capire quel che è accaduto anche a livello locale, dove il voto diventa metro di valutazione nei confronti di chi amministra un territorio.
Prescindendo dall'affermazione anche qui del Movimento 5 Stelle, esclusivamente attribuibile alla trascinante onda nazionale mossa dal suo leader, occorre rivolgere attenzione al risultato ottenuto dalle altre due grosse forze politiche: PDL e PD.
Il PDL, completamente dissoltosi a livello locale, perde significativo consenso rispetto alla tornata precedente e si attesta al 25,5% solo per merito del suo leader nazionale, che con una campagna mediatica senza precedenti, è riuscito a recuperare parte dei voti persi nei mesi scorsi. Grazie alle indiscutibili doti comunicative e alle decine di vetrine che gli sono state offerte in radio e TV, Silvio Berlusconi è riuscito a far dimenticare di essere l'artefice del decadimento in cui il Paese è finito e, facendo leva sul momento di difficoltà, ad ammaliare i cittadini giocando con le loro tasche, già duramente provate dalla crisi in atto. Non è stato difficile per i tanti che non riescono più a tirare avanti farsi convincere a rivotare chi promette ossigeno quando manca il respiro. Diversa è l'analisi per il centrosinistra, ed in particolare per il Partito Democratico adelfiese, che oltre ad essere forza di governo locale esprimeva al Senato la candidatura di Vito Antonacci, Sindaco di Adelfia. Questa città, in controtendenza col resto della Puglia, ha attribuito un 38,7% alla coalizione di cui il 29 al PD che si è così confermato primo partito. Il centrosinistra, dunque, prende atto che se è ancora saldamente maggioranza ad Adelfia, grazie al credito di cui gode ampiamente il suo Sindaco, alla Camera, pur vincendo con il 32%, subisce, in linea con il dato regionale, un sensibile calo di consensi che in massima parte sono andati verso il Movimento 5 Stelle .
Non trascurabile è il fatto che tra questi c'è il voto dei neoelettori: una intera generazione che, non avendo trovato nei partiti storici credibili punti di riferimento, ha esordito con un voto di protesta. Un dato allarmante che deve far riflettere e richiamare tutti ad una energica virata che vada nella direzione del ritorno all'ascolto e della vicinanza alla gente, dalla quale sembra aver preso le distanze.


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