1 maggio 2009

Leggere: è un optional?

“Un libro dev'essere l'ascia che spezza il mare ghiacciato che è dentro di noi”(Franz Kafka)
di Michele Macchia e Salvatore Ilacqua

Studi statistici dimostrano che in Italia è considerato lettore, chi legge almeno un libro ogni tre mesi. Dato preoccupante se si considera che la maggior parte dei non lettori sono giovani ed adolescenti. Il piacere della lettura non deve essere percepito come un’imposizione fine a se stessa, ma come qualcosa che migliora la vita di chi coltiva questa passione. Umberto Galimberti considera la letteratura e la lettura in genere “la fucina di tutte le passioni umane” ovvero quel mezzo narrativo che permette di scoprire, conoscere e provare emozioni fino ad allora sconosciute. La lettura è anche il mezzo che, attraverso infinite storie di personaggi sempre diversi, permette di condividere magicamente nuove culture, anche le più lontane. Fa conoscere nuovi ambienti nei dettagli più particolareggiati, ma soprattutto, mette a nudo i reconditi anfratti della psiche dei vari personaggi, consentendo al lettore di rispecchiarsi fino a scoprire quella parte di sé ancora inesplorata. Molti credono che i libri non siano degli strumenti utili, ma come sostiene Augias “...i libri ci rendono migliori , più allegri e più liberi”,sono strumenti neutri e sta a noi scovare quelli che fanno al nostro caso e che si adattano meglio alle nostre esigenze, ma, cosa molto più importante, spetta a noi riempirli di contenuti.
La cultura è l’unica cura possibile alla peggiore malattia esistente: l’Ignoranza. Come dice Augias “La vita contemporanea, all’apparenza così piena di luce, contiene in realtà vaste zone d’ombra, dove solo la letteratura e le arti sono in grado di penetrare...”. L'alternativa è alla portata di tutti perché ogni persona,può riscattarsi dalla condizione originaria, attraverso la conoscenza. Ognuno può scegliere il punto di partenza e spaziando dalla Bibbia di Gutenberg all'Origine della specie darwiniana, dalla Repubblica di Platone sino al Manifesto marxista, dalla Critica della ragion pura kantiana fino ad “Al di là del bene e del male” di Nietzsche, fare il proprio percorso. E allora tuffiamoci in questo sconfinato mare e il “naufragar” sarà ancora più “dolce” lì, dove scopriremo di essere finalmente vivi, dando senso alla nostra esistenza, perché come naufraghi nell'ignoranza “fatti non fummo a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.

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