1 maggio 2009

Riceviamo e pubblichiamo: i cittadini scrivono ...

Lettera aperta al Sindaco Nicassio da parte di due cittadini, che ne contestano la "cattiva comunicazione" offerta dai palchi durante i propri comizi.

Gent.mo Sindaco Nicassio,
domenica 10 Maggio eravamo in Corso Umberto I a passeggiare ed inevitabilmente abbiamo ascoltato il suo comizio.
Il motivo per cui Le scriviamo non è certo quello di parlarLe di politica ma di ciò che ha profondamente urtato le nostre sensibilità umane, anche se forse con Lei non dovremmo usare questo termine, considerato che, se tre indizi fanno una prova, non crediamo ne conosca il significato.
Saremo espliciti.
Abbiamo provato ribrezzo quando ha presentato il Prof. Schittulli come l'Oncologo che ci libererà dal male che ci attanaglia, quel cancro che Lei ha denominato Sinistra.
Ma è possibile strumentalizzare una professione per convincere la gente a votare?
Ma dal palco ha pensato a chi laggiù avesse davvero problemi con quel male, in modo diretto o indiretto, con familiari o compagni di vita?
Ha pensato a chi in quel momento cercava di "evadere" per un attimo da una vita inseguita nelle corsie degli ospedali?
E che dire di quelle persone, associazioni, Onlus che dedicano le loro forze e il loro tempo ai malati ed al sostegno della ricerca contro il cancro, senza permettersi di scherzare un attimo?
Non può immaginare il dispiacere che ha creato in noi, che per questo male - che è ben altra cosa dalla Sinistra! - abbiamo perso i nostri giovani genitori. Non può capire cosa abbiamo dovuto subire in tenera età, cosa abbiamo “combattuto” insieme a loro e cosa faremmo ancora oggi per riaverli tra noi.
Avevamo dei sogni da raggiungere con loro al nostro fianco, mentre oggi siamo costretti a farlo solo per il loro ricordo, guardando una foto o peggio ancora chiudendo gli occhi e sognandoli vicini a noi: non credo possa immaginare quanto sia difficile!
Lei purtroppo non riesce proprio a mantenere il buon senso e la compostezza davanti ad un microfono o alla gente.
La sua comprovata insensibilità, infatti, l’ha portata a ripetere, sabato 16 Maggio, questo infelice paragone anche in Piazza Roma. Lo ha fatto in modo divertito e convinto pensando di fare qualcosa di buono, ma a dirla tutta ci ha fatto solo capire che un lasso temporale così piccolo come una settimana - che alla sua veneranda e matura età ha un peso specifico diverso - non Le ha portato alcun “consiglio”. Non abbiamo parole!
E che dire di quell'"All'attacco!" che sistematicamente urla alla fine di ogni suo discorso?
Siamo in guerra, o forse ci vuole mandare?
Caro Sindaco, Lei sarà pure una persona buona e folkloristica, ma ciò non significa che può dire ciò che vuole, o che magari dobbiamo prenderla così com'è. Il Suo atteggiamento è da censura e non esemplare, e questo è ancor più grave se davanti abbiamo un uomo che potrebbe prima di tutto esserci nonno oltre che primo cittadino adelfiese.
La invitiamo a trovare parole e gesti migliori per esprimersi in pubblico ... meritiamo qualcosa di meglio, non crede?
Ci permetta un solo consiglio: si scusi dentro di sé, e non davanti al pubblico, con quelle migliaia di persone colpite da questo male, perché chi soffre non cerca spettacolo ma solidarietà e silenzioso rispetto.

Teresa Barnabà e Vito Coppi.
(cittadini di Adelfia)

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