27 novembre 2009

Amministrazione Nicassio: ammesso il fallimento, ma nessuno rinuncia alla poltrona.

Con Lanera e Pontrelli fuori dalla maggioranza, il centrodestra annaspa con soli dieci uomini.
Intanto domina il blocco amministrativo e nel paese ormai regna l’abbandono.

Storia di un declino annunciato.
Pare ormai a rischio tracollo l’Amministrazione Nicassio, dopo la presa di posizione del consigliere Lanera (ormai ex PDL) che nel consiglio comunale del 26 ottobre scorso ha scelto di farsi rappresentare in aula da un documento in cui ha posto inderogabili condizioni per il suo rientro.
È l’ennesima crepa che si è aperta in questo centrodestra, che da febbraio 2008 sino ad oggi, in ben nove consigli comunali, non ha avuto i numeri per amministrare.
Con gli ultimi che si sono svolti il 17 e 24 novembre 2009, si è addirittura giunti alla paralisi definitiva: consumatosi lo strappo dei consiglieri Lanera e Pontrelli, costituitisi in gruppo indipendente, la maggioranza si è ridotta a soli dieci consiglieri ed è pertanto incapace di proseguire la sua azione amministrativa.
La fuoriuscita dei consiglieri Virgilio e Laricchia e la posizione critica di Pontrelli, hanno, infatti, sin dal principio, consegnato a questa amministrazione una maggioranza risicata, che l’ha sempre resa ostaggio delle pretese del consigliere di turno, pronto a confermare il suo sostegno in cambio di qualche poltrona. Abbiamo assistito in questi anni ad innumerevoli rimpasti di giunta, finalizzati ad assecondare capricci e sterili ambizioni personali, ma tutto a discapito della qualità dell’azione amministrativa.
Se vogliamo, in confronto a quanto accaduto in questi anni trascorsi, la richiesta del consigliere Lanera, appare avere dignità politica, giacché si pone l’obiettivo di ricompattare il centrodestra ormai ridotto a brandelli.Un’operazione assai complicata se solo si rammentassero gli improperi e le offese personali volate nei consigli comunali e soprattutto dai palchi dell’ultima campagna elettorale per le provinciali.
Gianni Stea, infatti, potrà mai dimenticare i violenti attacchi subiti o il mancato sostegno elettorale che gli ha impedito l’elezione alla Provincia ed accettare di recarsi a “Piazza Trieste”, per mettere la sua leaderleadership del PDL locale nelle mani del professore?
Ed ancora, Giuseppe Cosola, che ormai pare studiare da futuro candidato sindaco, che vantaggio trarrebbe da un rimpasto che riaccoglie frammenti del centrodestra in aperto conflitto con i suoi sogni di gloria?Una cosa è certa: l’aut aut di Lanera mette ora il Sindaco con le spalle al muro, senza una maggioranza, già da tempo rabberciata, in grado di sostenerlo. Pur ammettendo il fallimento politico, Nicassio però non si dimette ed anzi apre al dialogo per un allargamento indistinto, finalizzato alla composizione di una nuova maggioranza non sottacendo la possibilità di un governo di salute pubblica.
Ma trattasi realmente di salute pubblica o piuttosto di salvaguardia del potere?
Quale beneficio trarrebbero i cittadini dall’ennesimo rimpasto, se non altri giorni di lacerante immobilismo amministrativo, prima di giungere eventualmente a quel sospirato accordo che, riesumando spoglie di antiquati burattinai della politica, potrebbe solo allungare i tempi di sopravvivenza di questo instabile governo? Quale nuovo scenario potrebbe aprirsi, se non altri scontri interni e tanta ulteriore indifferenza verso i problemi della gente comune, che se ne infischia dei delicati equilibri da mantenere fra le varie parti politiche, presa com’è dalla ricerca disperata di ascolto e aiuto per ricomporre il proprio equilibrio familiare, seriamente compromesso da licenziamenti in tronco e disoccupazione ad oltranza?
Se l’ennesimo giro di valzer di questa giunta perlomeno andasse, seppur tardivamente, nella direzione di un’attribuzione di deleghe per competenza, di cui usufruire per mettere in campo interventi specifici, mirati ad
esempio alla creazione di nuove opportunità di lavoro o di progetti per una maggiore vivibilità del paese – considerati i mancati progressi di ciascun settore della vita comune finora ottenuti – probabilmente avrebbe un senso; o forse lo avrebbe se derivasse dall’improv-viso risveglio delle coscienze degli ex A.N., da sempre supini alle volontà e alle logiche di potere dell’ex gruppo di F.I.: se soltanto vi fosse un loro cenno di presenza critica, del tutto in linea con il loro leader nazionale, magari troverebbe spazio il misero tentativo di imprimere una direzione alternativa a questo quadro di governo, che il loro incondizionato assenso ha contribuito a rendere catastrofico…
Ma qui ad Adelfia gli ex AN sono un’altra storia!
In realtà, dopo quasi quattro anni dall’inizio di questa seconda amministrazione Nicassio, con un bilancio di governo del tutto fallimentare, non è più possibile accettare altri accomodamenti finalizzati alla pura conservazione. Per questo, in un paese dove la politica voglia recuperare dignità e credibilità, il Sindaco avrebbe dovuto senza indugio rassegnare già le sue dimissioni, con responsabilità e rispetto nei confronti dei cittadini che gli hanno conferito mandato. Ma egli pare ancorato alla sua seggiola, sfidando non si comprende
bene chi e che cosa, in barba alle più elementari regole del buon senso. Poiché questo atto di responsabilità continua a non arrivare, l’invito a fare chiarezza è rivolto ai consiglieri dissidenti, perché dimostrino con una presa di posizione inequivocabile di avere a cuore le sorti del paese; chiunque, invece, troverà il modo per barcamenarsi in ibride posizioni, non avrà più alibi per dissociarsi dagli errori e dai fallimenti di questo centrodestra, perché sarà inevitabilmente corresponsabile.

Articoli correlati:
- Nicassio revoca le dimissioni "irrevocabili"

Nessun commento: