di Francesco Cafarchia
Proseguono a pieno ritmo i lavori per la costruzione della nuova caserma dei carabinieri.
Abbiamo già scritto a riguardo di questa opera che riteniamo una sciagura per le finanze della nostra cittadina e per la quale, lo ricordiamo: il Comune di Adelfia deve pagare all’impresa costruttrice un affitto annuo di quasi 62.000 euro, per nove anni rinnovabili per altri nove. Il canone di locazione, quindi il debito del Comune, potrebbe aumentare già dal secondo anno su semplice richiesta dell’impresa.
Alla fine del diciottesimo anno la caserma non diventerà di proprietà del Comune di Adelfia, ma rimarrà proprietà di chi la sta costruendo.
Saranno a carico del Comune tutte le spese per riscaldamento, condizionamento, telefonia, energia elettrica, acqua e fogna, ascensori, ecc., comprese le spese per le riparazioni degli impianti.
Nel nostro precedente articolo ci chiedevamo: - Cosa succederà alla fine del diciottesimo anno di contratto? - Ebbene noi riteniamo che l’immobile in costruzione difficilmente rimarrà sede della caserma dei carabinieri e che molto probabilmente sarà trasformato in un’elegante palazzina per civile abitazione. Un dubbio ci era in effetti già sorto guardando il bel progetto mostrato con orgoglio dall’Amministrazione ed ammirando l’edificio in via di completamento.
Un prospetto fin troppo ben rifinito e ricco di dettagli architettonici per sembrare una caserma: ampi balconi, terrazzi, rientranze, curve, pensiline, pilastri tondi; troppo “spreco” e non perché i carabinieri non meritino di lavorare in un edificio esteticamente anche più bello, ma perché ci sembra assai strano e molto poco probabile che un’impresa consumi tanti soldi senza che nessuno gliel’abbia chiesto.
Perché non si sta realizzando un edificio più semplice, bello ma senza costosi fronzoli, comunque perfettamente funzionale ed adatto ad ospitare comodamente dei militari? Non sarà perché forse bisogna rendere appetibile l’immobile per un futuro uso diverso?
Il nostro dubbio è praticamente diventato una certezza ora che siamo venuti in possesso di una copia del contratto firmato fra l’impresa ed il Ministero dell’Interno, nel quale vengono precisate delle clausole molto “illuminanti”, che vi riportiamo. L’impresa ha dichiarato la propria indisponibilità all’alienazione dell’immobile nei confronti dello Stato, ossia l’immobile è e rimarrà sempre di sua proprietà. Il contratto è tacitamente rinnovato, alle stesse condizioni, di nove anni in nove anni, salvo che il proprietario (ossia l’impresa) non formuli disdetta almeno diciotto mesi prima della scadenza. Quindi l’impresa può, fra circa sedici anni, dire al Ministero che non intende rinnovare più il contratto e sfrattare i Carabinieri utilizzando l’immobile (costruito con tanta “cura”) per altri scopi. Il Comune si è impegnato a pagare il canone d’affitto per diciott’anni. E poi? Fantasticando che l’impresa voglia ancora ospitare i carabinieri dopo tale termine (e non vendere gli appartamenti), chi continuerà a pagare l’affitto, visto che il Ministero ha detto chiaramente che non lo farà mai?
Cari concittadini, diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma si azzecca. Tutto quello che sinora si è fatto per la nuova caserma lascia intendere, a chi vuole intendere, le cose che noi abbiamo esposto. Speriamo che i fatti ci smentiscano clamorosamente, ne saremmo più che felici, se non altro per non essere costretti a dover dare ragione ad Andreotti.
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