2 ottobre 2011

Agricoltura: “o si cambia, o si muore!”

È il pensiero del Sindaco Vito Antonacci sullo stato del settore principe adelfiese, da troppi anni ormai depresso per una crisi che colpisce principalmente il produttore.
La Redazione


Preoccupazione e voglia di rilanciare.
Sono questi gli stati d’animo contrapposti percepiti nella conferenza “Uva da Tavola. Quale futuro? Commercializzazione, qualità, biologico”, prevista nel giorno di apertura della “Festa dell'uva” edizione 2011, tenutasi nella sala consiliare del Comune di Adelfia.
Al tavolo del dibattito, condotto da Cristina Angiuli - giornalista dell'emittente televisiva Canale 7 -, il Sindaco del Comune di Adelfia Avv. Vito Antonio Antonacci, l'assessore all'agricoltura Nicola Turi, il presidente della Pro Loco Fortunato Cataldi e l'assessore all'agricoltura della Provincia di Bari Francesco Caputo.
È stata la stessa giornalista ad aprire il confronto illustrando i dati allarmanti, forniti da Confagricoltura, sullo stato della coltivazione d'uva da tavola. Una vera e propria crisi, che pone sul banco degli imputati i prezzi al produttore ormai troppo bassi: da 0,30 ai 0,50 €/kg a fronte di un costo medio di produzione di circa 0,60 €/kg. Numeri che mal si conciliano con le capacità produttive della Regione Puglia che, con 10 milioni di quintali d'uva prodotti all'anno, è la prima in Italia.
Sulla stessa linea il Sindaco Antonacci che, dopo aver espresso apprezzamento per lo sforzo sostenuto dalla Pro Loco, malgrado un modesto contributo da parte dell'amministrazione comunale, ha precisato: “C'è bisogno di più austerità nell'elargizione dei soldi pubblici, che possono essere concessi solo a chi intende operare in un'ottica di più ampia valorizzazione del prodotto principe di Adelfia. Sono ormai troppi gli anni con scarsa partecipazione alla festa dell’Uva, dovuta principalmente ad una condizione di disgregazione sociale e culturale tra i cittadini, ed in particolar modo tra i coltivatori. Per andare incontro a questa problematica – ha aggiunto il Sindaco - l'amministrazione intende predisporre un patto di responsabilità collettiva, creando le basi ad un dialogo permanente tra produttori, distributori, tecnici ed addetti al settore presenti sul territorio, anche attraverso l'istituzione di uno “sportello dell'agricoltura”, che fungerà da front-office logistico e funzionale. Dunque, o si cambia, o “si muore”!
L'Assessore Turi ha invece esordito con un breve excursus storico, facendo riferimento al 5° censimento dell'agricoltura (ottobre 2000), dal quale si apprese che erano presenti sul territorio quasi 850 produttori di uva da tavola, circa 1000 ettari di terreno coltivati e una produzione stimata intorno ai 250 mila quintali di prodotto all’anno. Il 40% della produzione era riservato alla “Pizzutella”, prodotto di nicchia del nostro paese. Da allora qualcosa è cambiato: “È arrivata la grande distribuzione – ha tuonato l’Assessore – che ha scelto pochi interlocutori attraverso mediatori di aziende locali e non. L’equilibrio territoriale si è modificato in favore della grande distribuzione che oggi vende più del 60% dell'uva da tavola. Un fallimento, allo stato attuale, per il settore agricolo nostrano se si considera che, al nord, l’uva pregiata come la “Regina” viene venduta dai 2,80 €/kg ai 3,20 €/kg. Un abisso rispetto al prezzo offerto al produttore, sempre più in difficoltà. Se si considera poi che, per la “creazione” di un nuovo ettaro di vigneto occorrono in media circa 15-20.000 euro, si intuisce il motivo per cui scarseggiano nuovi impianti e soprattutto perché le nuove generazioni considerino questo settore poco redditizio. Per creare le basi necessarie – ha concluso Turi – per una netta inversione di tendenza, basata sulla valorizzazione e blindatura del prodotto, occorre riunire tutti gli operatori del settore: dai produttori ai commercianti, dai tecnici ai ricercatori, con l’impegno dell’Amministrazione Comunale.”
Sulla stessa lunghezza d'onda l'Assessore provinciale all’Agricoltura Caputo, che ha sottolineato come la difficoltà risieda soprattutto nel mancato rinnovamento generazionale del settore. Ribadendo anch’egli come la qualità sia un valore fondamentale, ha prospettato possibili accordi istituzionali tra enti locali ed autorità portuali, per rilanciare l’immagine del nostro prodotto anche attraverso il turismo.
Molti gli interventi del pubblico, alcuni dei quali hanno richiesto una maggiore implementazione dell'informazione sui GAL (Gruppo di Azione Locale), per troppo tempo inadeguata. Su quest’ultimo aspetto il Sindaco Antonacci ha speso le ultime battute della conferenza cittadina, affermando come vi sia la necessità non solo di programmare incontri informativi, ma anche formativi e specifici per raggiungere gli obiettivi preposti. Il tutto però con un importante e deciso monito: “Occorre tenere la politica fuori dai GAL e questo vale per tutte le parti in gioco – ha sottolineato il Sindaco -. Personalmente ritengo che, a tenere le redini di questo strumento, debbano essere i produttori locali, i quali, se ben supportati, potranno ottenere ingenti risorse, spalancando le porte a maggiori possibilità di sviluppo”.

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